L'Hip-Hop
è nato
più o
meno nel
1970,
tutti i
media lo
avevano
giudicato
solo una
moda
passeggera...oggi, 2006 l'Hip-Hop
esiste e
devasta!!!
Tutto è
nato
negli
U.S.A
miscela
esplosiva
di
Blak-music,
soul,
funk e
R&B(Rhythm
and
Blues);
l'Hip-Hop
in poco
tempo si
è
letteralmente
espanso
in tutto
il
mondo,
chiaramente
ogni
nazione
l'ha
reso
suo,
cercando
di
adattare
il tutto
al loro
stile di
vita
La
cultura
dell'Hip
Hop è
variegata:
comprende
l'amore
per la
musica
ritmata
dal d.j.
attraverso
lo
scratch,
il cut e
il rap,
per gli
sports
"da
strada"
quali lo
skate
boarding,
per
l'arte
metropolitana
del
graffitismo,
per la
break
dance.
Principalmente
l'Hip-Hop
ha due
grandi
divisioni
la
East-coast
e la
West-coast.
La costa
est è
caratterizzata
dal
casino,
la
musica e
molto
più
"grezza",
I b-boy
hanno
una
mente
completamente
diversa
dai loro
compagni
della
W-coast,
hanno
molti
più
problemi
e
casini.Principalmente
i b-boy
della
E-coast
sono più
poveri,
non lo
fanno
per
soldi, e
anche se
ne hanno
non gli
mettono
in
mostra.
La
West-coast
è molto
diversa,
La
musica è
molto
più
melodica,
e la
gente è
molto
più
tarnquilla.
Esaltano
la
ricchezza,
si
mettono
in
mostra
con
macchinoni,
catene
d'oro,
denti
d'oro e
anelli
tempestati
di
diamanti.
In
Italia è
apprezzata
di gran
lunga la
East-Coast.
L'Hip-Hop
è
formato
da 4
elementi:
Mcing,
il
Djing,
il
Writing
e il
Breaking;
ognuno
completa
l'altro
e tutti
assieme
formano
il vero
Hip-Hop,
q
uello
che
spakka
di
brutto
per
intenderci.
Parola
chiave
del Hip
Hop è
"free
style",
ovvero
l'arte
dell'improvvisazione,
non come
mancanza
totale
di
regole,
ma come
interpretazione
soggettiva
ed
originale
delle
regole
stesse.
Tutto ha
avuto
inizio
dal
breaking,
ovvero
doveva
esserci
qualcuno
che
faceva
basi per
poter
far
ballare
il
breaker,
è da
questa
necessità
è nato
il Dj,
subito
dopo si
è
sviluppata
anche la
figura
dell'Mc,
ovvero
colui
che
canta
sulle
basi;
l'unico
"personaggio"
forse
indipendente
è il
Writer,
cioè
colui
che
disegna.
Ognuno
ha il
suo
compito,
proviamo
ad
analizzare
ogni
singolo
elemento:
L'Mc
a.k.a.
Master
of
Ceremony
(maestro
di
cerimonia):
è colui
che
canta,
solitamente
mette in
rima
quello
che
espliciti.
Altra
specialità
è il
free-style
ovvero
la
capicità
di
improvvisare,
durante
basi
casuali
fatte
solitamente
con la
sola
bocca,
vere e
proprie
canzoni
in rima
riguardanti
le
situazioni
o i
pensieri
che si
stanno
vivendo
nello
stesso
momento.
Gli Mc's
solitamente
si
sfidano
in gare
di
free-style
per
dimostrare
la loro
bravura;
molte
volte è
proprio
da
questa
improvvisazione
che
nascono
poi i
pezzi
più
curati
che
troviamo
nelle
varie
cassette.
La
parola
chiave
dell'Hip
Hop è
dunque
"free
style",
l'arte
dell'improvvisazione,
non come
mancanza
totale
di
regole,
ma come
interpretazione
soggettiva
ed
originale
delle
regole
stesse.
Il Dj
e/o
Bit-Maker:
è
colui
che
appoggia
tecnicamente
l'Mc, è
lui che
prepara
le basi,
cerca e
trova le
sonorità
più
adatte
per il
pezzo
finito,
lo mixa,
lo
remixa e
lo
arricchise
con
scratch,
insomma
tutto
quello
che
sentiamo
oltre
alla
voce
dell'Mc
in un
pezzo
Hip-Hop
è opera
del suo
Dj.
Il
Writer:
è colui
che
dipinge
e teggha
(firma
col suo
nome
"d'arte"
qualsiasi
tipo di
suoperficie),
lo sente
per
necessità,
solitamente
dipinge
con
tecniche
di
Aerosol-art,
colpisce
muri,
tetti,
garage...
insomma
tutto il
devastabile..
ultimamente
in
Italia è
in voga
dipingere
i treni.
Nello
stivale
vantiamo
di molti
writer
veramente
validi
che
possono
competre
in tutto
e per
tutto
con
quelli
degli
U.S.A.
Il
Breaker:
è colui
che
balla,
si può
presupporre
che
tutto
l'hip-hop
sia nato
intorno
a questa
figura,
come già
detto in
precedenza.
Balla la
Break-Dance,
fà
evoluzioni
spettacolari
è
solitamente
è
protagonista
nelle
Jam
(ovvero
le feste
tipiche
dei
b-boy,
occasioni
di
unione e
scambi
culturali).
Così
come nel
rap si
improvvisa
su una
base
musicale
fissa,
nell'abbigliamento
nascono
infinite
variazioni
su una
regola-base,
conseguenza
diretta
dello
stile di
vita di
questa
cultura:
la
comodità.
Il basic
wear è
rappresentato
da
pantaloni
over-size,
cappelli
da
marinaio,
boots
indistruttibili,
T-shirt
sportive,
scarpe e
tute da
ginnastica
personalizzate
con
scritte,
tags e
pops
(cioè
con
disegni
tipici
del
graffitismo).
Tutto
ciò’ non
fa solo
parte
della
così
detta
moda
rap,
ma ogni
singolo
indumento
ha un
ruolo
ben
preciso
nella
cultura
hip hop;
come si
può’
notare
tutti i
più
famosi
rapper
non
usano il
proprio
nome,
ma
utilizzano
uno
"street-name"
per
mantenersi
in
incognito
tra le
gente.
L’esigenza
di non
essere
riconosciti,
parte
dal
ruolo
del
Writer,
che,
dipingendo
illegalmente
sui
muri,
usava
vestire
comodo:
i
vestiti
larghi,
le tute
e le
scarpe
da
ginnastica,
erano
utili (e
lo sono
tuttora)
per
correre
liberamente
quando
venivano
scoperti
mentre
imbrattavano
i muri;
gli
occhiali
scuri,
molto
grandi e
i
cappelli
portati
bassi
sulla
fronte,
per
evitare
di
essere
riconosciuti
nella
notte.
infatti
è
proprio
la notte
che
accompagna
gli
artisti
delle
tele
metropolitane,
quando
tutti
dormono
loro
entrano
in
azione
armati
di
vernice
spray
e…fantasia.
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